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LIBRO “IL PATTO PATRIARCALE”: Per Tutte Le Donne Pronte A Ricordare Chi Sono

LIBRO “IL PATTO PATRIARCALE”: per tutte le donne pronte a ricordare chi sono

RIVOLUZIONARIO COME LA VERITÁ
CENSURATO DA UNA DELLE PIU’ GRANDI VETRINE DEL LIBRO
ESTRATTO DELLA PREFAZIONE DEL PROF. ALESSANDRO MELUZZI
Dal Patto Patriarcale – Donna Madonna e Venere
Mercoledi 21 Giugno ore 18.00
È innegabile che nel nostro tempo, il sacro è profanato dall’evoluzione tecnologica che si sta imponendo non come possibile alternativa a ciò che è naturale, ma come dimensione nettamente superiore, capace di tenere l’umanità al sicuro da una natura che si vuole fare apparire sempre più matrigna anziché madre.
È così che l’umanità, forse senza rendersene conto, sta progressivamente accettando e normalizzando la scomparsa del sacro dalla propria esperienza, in nome di un progresso che giudica le leggi della natura alla stregua delle leggi della giungla.
Pertanto, oggi l’idea che sta passando è che non si deve più ubbidire alle leggi della natura, che sono quelle dei “selvaggi”, ma che si devono seguire, invece, quelle leggi che gli uomini possono e devono darsi da soli in quanto dotati di ragione e coscienza; dunque la dimensione del cognitivo, dello psicologico, dell’autopercezione prevale completamente sui ritmi e le dinamiche di madre natura e in nome dell’autoaffermazione, in nome dell’autodeterminazione e in nome della libertà si compiono quelli che personalmente considero i più osceni delitti come per esempio l’utero in affitto o, peggio, l’utero artificiale e la vita riprodotta per scissione.
Non si può negare, quindi, che la tecnologia sta creando un mondo dove tutto ciò che è sacro, come sono il femminile e il maschile, è svuotato del suo significato più profondo e letteralmente calpestato.
Se ho accettato di curare la prefazione di questo libro è perché non solo condivido il pensiero dell’autrice, ma considero anche che le sue parole ispirate hanno la forza di riportare sulla terra la fondamentale dimensione del sacro propria dell’umanità e del suo senso di essere.
Il lavoro dell’autrice, diretto alle donne e che dà rilievo al loro potere intrinseco e al ruolo importante che possono rivestire per arginare il caos e la confusione attuale, arriva sicuramente nel momento giusto, dando un contributo importante per mantenere viva l’esperienza della dimensione divina del femminile e del maschile da sempre tenuta in altissima considerazione dalle più importanti religioni del pianeta, da quella ebraica a quella cristiana, da quella buddista a quella induista fino a quella islamica. ,,,
Per iscriverti manda un whatsap al 3409697847: nome, cognome, email, desidero partecipare all’incontro del 21 giugno.
ESTRATTO DAL LIBRO “IL PATTO PATRIARCALE: Donna Madonna e venere”
I recinti patriarcali
Le sensazioni di discomfort, che abbiamo appena visto, sono quelle che si provano all’interno dei recinti patriarcali che, presto o tardi, cominciano sempre a essere troppo stretti; chi li alimenta, infatti, può difficilmente evitare che le donne e gli uomini, rinchiusi al loro interno, non sentano a un certo punto la benedizione di quel disagio profondo che altro non è che il richiamo della coscienza e di Dio.
La costruzione di recinti è sicuramente uno dei mezzi più potenti del patriarcato per assicurarsi che il suo campo d’azione si mantenga libero e per tenere in panchina i suoi avversari più temibili: i figli di Dio.
Come dicevamo parlando del piacere-potere, alle donne e agli uomini, come soluzione alle loro umane paure, alle loro insicurezze e ai loro dubbi, sono state consegnate delle “mappe di movimento” per indicare il perimetro di sicurezza entro cui muoversi “liberamente” senza incorrere nel peri- colo, nell’errore, nel peccato, nella perdizione e tale affermazione, che potrebbe sembrare medievale, purtroppo, invece, è più attuale che mai; in sintesi, come dicono alcuni maestri indiani, ciò che il patriarcato ha fatto è stato sostituire una dogmatica legge morale alla legge della vita che è pura spontaneità.
In primis i recinti sono “impiantati” nelle nostre menti in modo tale che poi sia l’essere umano stesso, con il suo po- tere di costruire il mondo esteriore a immagine e somiglianza di quello interiore, a trasferirlo nella realtà fisica; così facendo, il patriarcato, senza imbarcarsi nell’impresa fallimentare dell’apertura di un cantiere per ogni essere senziente, con un’unica azione d’infiltrazione di massa nelle nostre teste, da secoli si assicura manodopera volenterosa e gratuita al suo servizio che, senza consapevolezza, edifica mondi dove la Luce non arriva.
Una volta che il patriarcato è entrato dentro di noi, siamo proprio noi, dunque, a vivificare il suo mondo che, illusoriamente, chiamiamo nostro, senza avere lucidità abbastanza da chiederci se è davvero quello che avremmo voluto.
Ai miei studenti lo ripeto continuamente: “Dove non avete certezza di ciò che volete, dove non sognate, allora senza accorgervene assumerete le vision di altri che approfitteranno di quel vuoto per continuare la loro avanzata; dove non siamo capaci di essere noi stessi con piena presenza, allora ci saranno i nostri nemici a esserci e a fare per noi”.
Il Patto Patriarcale, come ogni libro vero che vuole far riemergere potenti e sacre verità spirituali, è rivoluzionario al punto da essere stato censurato da una delle piu’ importanti vetrine del libro.

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Quando il sacro della donna e dell’uomo diventano TABÙ!
Per tutte le donne pronte a ricordare chi sono!

SULLA CENSURA:
Come tutti noi sappiamo, anche se la censura è stata abolita, invero non ha mai cessato di essere e negli anni abbiamo continuato ad assistere alla sua subdola presenza.
Il Patto Patriarcale – Donna Madonna e Venere, non appena uscito è stato bollato come INDESIDERATO da una delle più grandi vetrine del libro che gli ha negato la possibilità di essere presentato al pubblico.
La cultura generale dettata dal patriarcato, come dice anche il Prof. A. Meluzzi nella sua prefazione, ha attaccato il sacro volendolo declassare a superstizione o a cultura retrograda.
Il mio libro è poetico, potentemente sacro, vero e con la forza di risvegliare il ricordo dell’essenza femminile che è il tallone d’Achille dei poteri distruttivi che vogliono appiattire ogni sacra differenza.
Quando ho saputo della porta che gli è stata chiusa in faccia, ne sono stata orgogliosa perché questa per me è la prova che sono riuscita nel mio intento e di conseguenza, non ho potuto che accogliere come una risposta commovente dal  Cielo la coincidenza della prima presentazione del libro e delle sue prime vendite nel giorno di San Michele Arcangelo: 8 maggio. E così sia

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Le parole di Alba nell’intervista di Edizioni Mediterranee:Con il passare degli anni, noi donne smettiamo di mettere al mondo vita dentro la vita e cominciamo a partorire Luce…

Nella prefazione del libro scrivo:
“… .Di questi tempi non è possibile, perlomeno non lo è per me, scrivere come se il mondo non si trovasse di fronte a una svolta epocale, non è possibile trasmettere nulla se le parole, scritte o parlate che siano, restano scisse da quanto sta accadendo; non si può parlare di crescita psico-spirituale facendo finta di niente o evitando il discorso che più che mai oggi è proprio l’unico discorso da fare: l’antica lotta tra il bene e il male e il mantenimento della linea di confine tra i due.

Prima di cominciare a scrivere questo libro, ogni volta che mi sono ritrovata con la penna in mano, non sapevo mai da che parte cominciare, quali dei miei tanti libri “aperti” avrei dovuto portare a termine.
Dentro di me c’erano e ci sono nuove urgenze che mi esortano a trovare una maniera crearmonica per dare il mio contributo al ritorno della Luce che è l’unica che può porre fine all’attuale e drammatico dominio dei figli delle tenebre sul nostro pianeta come anche in altre dimensioni spirituali.

Ebbene, dopo tanto riflettere, adesso sento di aver trovato la via, anzi direi che sia stata proprio la via a trovare me e questa via porta dritta al cuore della donna con la “D” maiuscola: ricordare, riscoprire, ritrovare della creatura femminile la sua fulgida bellezza, fisica e spirituale, visibile e invisibile, che deve assolutamente liberarsi e spezzare quelle catene che per millenni hanno continuato a imbrigliarla e a imbavagliarla, catene che sono state poste a beneficio di poteri malvagi che da sempre vogliono nutrirsi dell’energia dell’umanità, risucchiando da essa il nettare della sua anima.

Sono sempre più convinta che appartenga proprio alla donna il potere di riportare questo mondo alla Luce esattamente come alla luce si portano i figli che si partoriscono.

Attraverso la scrittura del Patto patriarcale – Donna Madonna e Venere, spero di offrire riflessioni e pratiche crearmoniche che, dunque, riportino il femminile al centro della creazione con tutto il suo brillante e caldo potere di vita naturalmente contrapposto a quello freddo e distruttivo dei portatori di morte. …”

Scrive il Prof. Alessandro Meluzzi:

“Se ho accettato di curare la prefazione di questo libro è perché non solo condivido il pensiero dell’autrice, ma considero anche che le sue parole ispirate hanno la forza di riportare sulla terra la fondamentale dimensione del sacro propria dell’umanità e del suo senso di essere.”
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Alcune delle frasi del libro…

Essere Donna è la rivoluzione che nessuno potrà mai fermare in quanto il potere del sacro femminino non potrà mai essere estinto neanche quando si distruggesse l’intera umanità e questo perché la Donna è creazione, è terra, è materia, è colei che tutto contiene, è l’utero eternamente gravido.

Dolce Luna…
Tua la danza e il movimento
Il ritmo dello spazio-tempo
Dio è vita e appagamento
Acqua terra fuoco e vento
Legittimo è il godimento

Nella visione crearmonica, la “ricomposizione” o “ricompattazione” del simbolo del Tao è il sacro posizionamento della donna e dell’uomo l’una rispetto all’altro, dove entrambi sono il reciproco sostenimento e sostentamento; una polarità che solo in stretta comunione ritrova la via dell’Uno in quanto ognuna delle due parti possiede la metà della mappa che porta a Dio; la chiave dello scrigno in cui è custodita la mappa della direzione verso il divino è il riconoscimento di se stessi nell’altro, esattamente attraverso il proprio complementare.

 

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